* Ridurre la dipendenza affettiva e sociale, ridurre la dipendenza anche da se stessi, o meglio, sanare l'intricato nodo di timori, paure e insicurezze che portano ad adagiarsi sulla presenza di una altra persona o di più persone.
* Conoscersi sempre meglio per conquistare la propria individualità e ricchezza interiore;
* dopo aver creato una splendida amicizia con il proprio Sé, dopo essere riusciti a star bene in nostra compagnia,
non si dipenderà in modo eccessivo da nessuno se non per quella dipendenza necessaria e naturale, non si avrà timore di chiedere aiuto e di aprirsi in modo equilibrato all'esterno, non si soffrirà di solitudine e non si dipenderà neppure da noi stessi (non più schiavi dei nostri pensieri contorti e corrosivi e delle nostre emozioni forvianti)
4 aspetti della Dipendenza :
- Fare amicizia con noi stessi
- Ridurre la dipendenza affettiva
- Ridurre la dipendenza sociale
- Evitare l'indipendenza nevrotica.
Quando nella vita c'è molta dipendenza, c'è poca vita.
Ridurre la dipendenza affettiva
Ognuno di noi indistintamente, prima o poi, si trova davanti a questi due sentimenti non piacevoli:
- il senso di solitudine esistenziale, ovvero la sensazione di essere una persona sola nel mondo e nell'universo.
- il senso d'insicurezza, ovvero la sensazione che s'avverte quando si pensa all'incerto futuro, o quando si è soli.
Queste sono due sensazioni naturalissime.
Ma le persone che rifuggono da se stesse e da questo moto di ansia ed insicurezza, fanno coincidere il turbamento che ne deriva al senso di solitudine. Come risolvono? Cercando e trovando persone che gli diano compagnia, affetto e sicurezza.
DA QUI NASCE LA DIPENDENZA AFFETTIVA,
un modo di sfuggire al senso di solitudine ed insicurezza che tutti proviamo.
Per tutti noi è normale aver bisogno di affetto e sicurezza. Trovare persone che ci aiutino a soddisfare questi nostri due bisogni è un processo intimo normalissimo.
Quando questo bisogno di affetto e sicurezza diventa esasperato, però, diventiamo troppo dipendenti.
La dipendenza affettiva è un problema che riguarda molte persone. Si tratta di un bisogno eccessivo di ricevere amore, attenzione e riconoscimento dagli altri, soprattutto dalle persone a cui siamo legati, che nasce da una scarsa autostima e da una paura di essere abbandonati o rifiutati.
COME SI MANIFESTA QUESTA ECCESSIVA DIPENDENZA?
chi ne soffre tende a:
- Sottomettersi alle volontà e alle aspettative degli altri, anche a costo di rinunciare ai propri desideri e bisogni.
- Evitare i conflitti e le discussioni, per paura di perdere l'affetto o l'approvazione degli altri.
- Cercare costantemente conferme e rassicurazioni, per sentirsi amati e accettati.
- Avere difficoltà a esprimere le proprie emozioni e opinioni, per non rischiare di essere criticati o giudicati.
- Isolarsi dagli altri interessi e relazioni per dedicarsi esclusivamente alla persona da cui si è dipendenti.
- Cerchiamo sempre di accontentarle, evitiamo di fare o dire cose che non approverebbero, evitiamo di dar loro dispiaceri e di contraddirle.. Evitiamo in continuazione così siamo sicuri di non perderle.
MA COSA PERDIAMO QUANDO CI RITROVIAMO AD ESSERE ECCESSIVAMENTE DIPENDENTI da qualcuno o da qualcosa?
perdiamo la nostra libertà e la nostra identità. Non possiamo esprimere i nostri veri sentimenti e le nostre potenzialità. Questo ci rende infelici e frustrati.
"Che strani siamo! A VOLTE PER COMPRARE UN RUBINO VENDIAMO LA NOSTRA COLLANA DI DIAMANTI"
Il senso esistenziale e il senso d'insicurezza non si possono eliminare.
Puoi avere un partner che ti ama tantissimo; puoi circondarti di molti ottimi amici che ti vogliono bene, ma avrai sempre nella mente la sensazione d'insicurezza e la sensazione di essere una persona sola: sola nel mondo, sola nell'universo.
Forse anche, come tanti altri, non riesci a convivere con il senso di solitudine esistenziale e il senso d'insicurezza.
che ti diano sicurezza, compagnia, affetto, che ti comprendano, ti apprezzino e ti amino, che ti aiutino ad affrontare le piccole e grandi avversità della vita e che ti illudano di essere meno solo.
Si cade in errore.
Il senso di solitudine esistenziale e il senso d'insicurezza non si possono eliminare ed è inutile cercare di non sentirli usando mille artifizi mentali o stando sempre in compagnia. Dobbiamo soltanto accettarli. Dobbiamo imparare a liberare il nostro Io e a seguire la nostra felicità senza paura.
Spesso si rimanda la felicità a quando si riuscirà a trovare una persona adatta a noi, che ci riempia di affetto e che sia sempre presente per noi e per aiutarci a risolvere i nostri problemi;
rimandiamo e ci sentiamo soli non rendendoci conto che quella persona già c'è!
Siamo noi stessi. SEI TU.
Accetta serenamente la tua solitudine! Soltanto in questo modo non ti sentirai più una persona sola.
In noi sono già presenti tutte le qualità che ricerchiamo in altri ma le teniamo dentro, confuse tra quel groviglio di paure, di ansie e di preoccupazioni presente e persistente in noi.
Solo tu puoi darti tutta la felicità e la compagnia sincera che desideri, sarai felice quando dipanerai quel groviglio di insicurezze e paure.
Ovviamente il contributo dei tuoi cari, degli affetti, degli amici e di un partner molto presente emotivamente sono importanti, possono aumentare la tua felicità e ti riempiono; Ma ..
.. "NESSUNO PUÒ ESSER FATTO FELICE DA NESSUNO
SE PRIMA NON SI È FATTO FELICE DA SOLO."
Certamente avere qualcuno che ti sostiene in ogni momento, una spalla su cui piangere, chi ti aiuta a prevenire gli errori e che lenisce le ferite, un rifugio, un porto sicuro, una persona che ti offre solidarietà e consolazione per ogni sbaglio ormai commesso, è comodo e rassicurante.
Ma il prezzo che devi pagare per questo è molto, troppo alto;
si chiama DIPENDENZA, ovvero un indebolimento del proprio Io, un lasciarsi andare che porta a commettere maggiori errori ed un allontanamento dalla propria forza, quindi dalla propria felicità.
L'errore sta nell'identificare la vita felice con la vita insieme agli altri, affidare ad altri il tuo vivere felice.
Riduci la tua dipendenza!
Specialmente se questa dipendenza risulta eccessiva, non ti adagiare ma vivi.
Anche se c'è da combattere e da soffrire, affronta tutto da protagonista.
Gli altri non devono essere la tua vita, le tue aspirazioni,
i tuoi soli interessi.
Devi essere tu, esclusivamente tu, autonomamente tu, la base della tua felicità.
Gli altri devono essere soltanto l'altezza.
Non far DIPENDERE DAGLI ALTRI IL TUO VIVERE FELICE! non farlo dipendere dal loro umore, dalla loro buona giornata, dalla loro voglia di dedicarsi a te.
Renditi indipendente! E la tua vita prenderà una fantastica direzione.
È sempre in ottima compagnia chi sta bene con se stesso.
Ridurre la dipendenza sociale
Identico discorso per chi non riesce a far nulla da solo ma cerca continuamente la compagnia di amici per ogni occasione, che hanno timore di stare sole, di camminare da sole, di partire da sole, andare a cinema da sole, ecc.
E così cerca compagnia, buona, meno buona, cattiva, purché sia compagnia. Ingannando se stesso, inventa di tutto pur di stare in compagnia.Grande errore! anche perché il senso di solitudine sarà avvertito ugualmente, ancor più se, per affannarsi a cercare compagnia qualsiasi, si frequentano persone di scarso valore e con le quali si è instaurato un rapporto vuoto
(compresa la superficialità di rapporti nati sui social network, quella che mira alla quantità invece che alla qualità), diventi una persona vuota, nulla ti rimane fra le mani e nella forza del tuo essere.
Non t'affannare quindi ad avere tanti "amici". Impegnati invece seriamente a costruire una sola, grande amicizia, un rapporto pieno, vero, altamente gratificante con l'unica persona che realmente rimarrà sempre con te: tu. Il tuo unico miglior amico. Impegnati a conoscere te stesso e a costruire con te un ottimo rapporto.
Non lasciarti impaurire dalla solitudine. Non considerarla neppure un condizione di emarginazione forzata: "Gli altri non mi vogliono e mi lasciano con la mia solitudine. Se non ho compagnia vuol dire che sono una persona di poco valore, una persona scartata dagli altri"
Scegli la solitudine di tua iniziativa, qualche volta. In modo che quando devi subirla non avvertirai fastidio. Così facendo ridurrai la dipendenza sociale. E aumenterai la tua felicità.
E sarà un bel vivere perché non è solo chi è solo, ma chi si sente solo.
Evitare l'indipendenza nevrotica.
Un difetto peggiore della dipendenza è l'indipendenza a tutti i costi.
La dipendenza equilibrata è condizione naturale e matura, è necessaria, è da accogliere, da accettare poiché nessuno è mai completamente indipendente e riuscire anche a star bene con se stessi senza compagnia è sano;
l'orgoglio, la testardaggine di non aver mai bisogno di nessuno, di non dover mai chiedere aiuto e di poter fare a meno di tutti, è sinonimo di rigidità mentale, di chiusura nevrotica, non è un comportamento maturo e sano.
che parte dall'impressione di porsi ad un livello inferiore, di debolezza, di sottomissione, di sentirsi stupidi a non cavarsela da soli, quindi di rinunciare a priori all'apporto degli altri, diventa un male peggiore e ti blocca.
Cerca di stare bene senza compagnia e magari senza affetto. Ma non rinunciare alla compagnia e all'affetto. Nessuno può essere completamente indipendente.
Il tuo chiedere per effettivo bisogno (lasciando da parte il falso orgoglio) favorisce la costruzione di ottimi e poco dipendenti rapporti.
Accetta serenamente la dipendenza che non puoi evitare! la naturale dipendenza.
Chi, per orgoglio, non cerca mai gli altri alfine perderà se stesso.
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Medita sul modo migliore di condurre la tua vita. Troppo facilmente lasci che altri la conducano per te.
Abbandonare con coraggio la comodità di farti coprire le spalle sempre, è un gran vantaggio che supera di molto il malessere in cui ti ritroverai dopo, nel tempo o subito dopo
(anche perché alla resa dei conti delle situazioni sempre soltanto con se stessi ci si ritrova, si è in compagnia soltanto di se stessi alla fine dei vari piccoli e grandi capitoli della vita);
devi riflettere ogni volta che ti si offre la comoda occasione di lasciare a riva le tue responsabilità. È affrancarsi. E' poter fare (più che è possibile) ciò che piace, quando piace. e come piace. E poter dire no quando si vuol dire no, e si quando si vuol dire si.
Ma per arrivare a un tale grado di libertà, devi combattere la tua insicurezza che ti costringe a chiuderti dentro la prigione della dipendenza.
Perché quando nella vita c'è molta dipendenza, c'è poca vita.
Vive felice chi riduce la sua dipendenza, chi non è costretto dagli altri a fare ciò che non gli va.
Ma ancora più felice vivi colui che non è costretto da se stesso.
Fonte: libro di Omar Falworth "Conoscersi Accettarsi Migliorarsi"
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- Ciò che le parole non dicono. Il linguaggio non verbale involontario
- Sai ascoltare ?
- Padroni della nostra felicità
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